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martedì 27 marzo 2018

Un’alternativa alla Colomba


Gastronauti, oggi vi vogliamo raccontare di un prodotto scoperto un po’ per caso navigando su internet. Si avvicina Pasqua ed eravamo alla ricerca di un pensiero un po’ diverso e carino da portare ai parenti e così abbiamo trovato la Focaccia Carta Verde dell’azienda Fraccaro Spumadoro.


Abbiamo raccolto delle informazioni in più e abbiamo scoperto che questa azienda si trova in Veneto, più precisamente a Castelfranco Veneto e produce dolci con lievito madre dal 1932. Si tratta di un’azienda familiare che produce artigianalmente i propri prodotti, che nel tempo si è trasformata in un’industria dolciaria.
Siamo rimasti subito incuriositi da questa Focaccia Carta Verde, proposta come alternativa alla Colomba Pasquale. Questa Focaccia era originariamente il dolce dei poveri. In occasione delle feste si usava l'impasto base del pane e si aggiungevano uova, burro e zucchero in quantità moderata per non far aumentare troppo il prezzo. Infine il dolce si cuoceva nei forni a legna. L’azienda sta portando avanti la tradizione di questo antico dolce popolare.
La confezione è molto simpatica e appena aperto la forma ricorda molto quella di un Panettone. Al taglio abbiamo subito sentito un impasto profumato e molto soffice.


Avevamo degli amici a casa e come conclusione della cena questa focaccia è risultata gradevolmente dolce, senza essere stucchevole come spesso sono le Colombe tradizionali. Personalmente la Colomba non mi piace per la glassa di zucchero che spesso, almeno per me, è insopportabilmente dolce, qui invece c’è solo una leggera glassatura di granella di zucchero.


Al primo assaggio sembra davvero di provare un misto tra un Panettone, Pandoro e Colomba che però toglie i difetti di ognuno (niente canditi e uvetta, meno burroso del Pandoro e meno dolce della Colomba), insomma il prodotto perfetto per colazione, merenda e anche come dopocena, in quanto non è pesante e più digeribile dei dolci della tradizione!

Gastronauti’s tips and tricks: abbiamo scoperto che l’azienda Fraccaro ha fatto diventare la Focaccia Carta Verde uno dei prodotti di punta della produzione dolciaria e, udite udite, l’hanno reso disponibile tutto l’anno, non solo nel periodo Pasquale! Quindi se volete stupire i vostri ospiti e parenti con qualcosa di diverso quest’anno a Pasqua i Gastronauti ve lo consigliano!

domenica 11 marzo 2018

Cenare sulle nuvole

Where: Sulle Nuvole, Via Garigliano, 12, 20159 Milano
What: cucina mediterranea

Ciao Gastronauti, oggi vi portiamo nel modaiolo quartiere di Isola a Milano! Avevamo i punti dello sconto fedeltà di The Fork da usare e la scelta è ricaduta su questo locale. L’interno mi ha ricordato come stile posti come Risoelatte e Cumino Bistrot. 



Il menù è ben presentato e propone delle scelte interessanti e non banali. Io ho scelto di partire da un antipasto: baccalà mantecato e pane di mais. Il baccalà era molto saporito, ben mantecato e si accompagnava bene con le due fatte di pane.


L’altro antipasto che abbiamo provato è stato l’insalata tiepida di branzino e giardiniera. Ho assaggiato il branzino ed era cotto bene mantenendo intatto il suo sapore delicato. La giardiniera era molto acetata e con pezzi piuttosto grossi segno di una preparazione casalinga.


Io ho poi proseguito con un primo piatto molto particolare, soba di grano saraceno e carbonara di bottarga. Ho apprezzato molto che la cameriera si sia soffermata due minuti a spiegarmi per bene questo piatto, avvertendomi che avrebbe avuto un gusto molto intenso e particolare. Per me è stato un Signor primo piatto. Io adoro la bottarga e qui si sentiva bene, ho apprezzato anche la mantecatura con l’uovo e questo particolare formato di pasta!


L’altro piatto provato è stato un secondo di pesce, il polpo alla piastra con purea di patate. Il polpo era cotto bene, molto morbido e con la croccantezza della brace all’esterno, davvero gustoso!


Abbiamo concluso con una bavarese al cioccolato condivisa. La cameriera ci ha poi raccontato che questo è un dolce vegano, preferiscono non specificarlo sul menù per evitare pregiudizi. Devo dire che non avrei indovinato la natura vegana del dolce se non l’avessi saputo a posteriori. Confermo anche il pregiudizio, se l’avessi letto sul menù probabilmente avrei scelto un altro dolce.


Abbiamo accompagnato la cena con due calici di Gewurtztraminer.


Gastronauti’s tips & tricks: il ristorante mi è piaciuto molto, racchiude tutti gli elementi che mi piace trovare in una cena, ambientazione carina, ricette non scontate e anche dosi generose. Nonostante i piatti fossero curati, le quantità sono state più che generose. A prezzo pieno il conto sarebbe stato di 40€ a testa, a mio parere totalmente giustificato dalla qualità, dalla quantità e anche dalla zona del ristorante. Se, a maggior ragione, avete lo sconto fedeltà da usare diventa un vero e proprio affare! DA PROVARE? Il Gastronauta dice “se volete regalarvi una cenetta curata o con la vostra metà o per chiacchierare con un’amica ve lo consiglio caldamente!”.

martedì 6 marzo 2018

Ambaradan, la pizzeria dove il prezzo lo decidi tu

Where: Ambaradan, Via Castelvetro 20, 20154 Milano
What: Pizza

Ciao Gastronauti, a fine gennaio ha aperto un’altra pizzeria napoletana in zona Sempione. Il panorama si sta davvero allargando a Milano! La pizza napoletana si sta facendo strada in maniera egregia sconfiggendo i luoghi comuni che regnavano sovrani nel capoluogo meneghino. Quindi, oggi vi portiamo da Ambaradan in zona Sempione. 

La particolarità? A fine cena vi verrà chiesto di dare un giudizio complessivo sulla cena, comprendendo sia il cibo che il servizio. Vi verrà portato al tavolo un fiorellino con un pennarello e potrete decidere se votare “M” Migliorabile, “B” Buono, “O” Ottimo. Il voto che darete influirà sul prezzo della vostra cena. Sul menù infatti, tutti i piatti sono elencati con i 3 prezzi distinti in base al voto.

Noi abbiamo scelto di partire con un antipastino e abbiamo ordinato tutte e tre le tipologie di montanare presenti sul menù, quella con pomodorino e burrata, la classica con pomodoro San Marzano e provola salata e la versione con crema di zucca e pecorino. Per gusto ci è piaciuto molto quella con la burrata. Il fritto era ben eseguito, croccante e non troppo unto.



Abbiamo poi proseguito con le pizze, abbiamo provato una calabrese con cipolle di tropea e nduja di spilinga, una con salsiccia e friarielli e un’immancabile margherita.




La pizza era davvero buona, sia a livello d’impasto, sia come ingredienti. Personalmente ho mangiato quella con ‘nduja, uno dei miei ingredienti preferiti, era davvero di qualità piccante ma non troppo da coprire il resto dei sapori. Ho anche assaggiato una fetta di salsiccia e friarielli, questi ultimi erano belli amarini come dovrebbero essere.

Abbiamo accompagnato la nostra cena con delle birre artigianali, abbiamo ordinato quelle che erano consigliate nel menù in base alla pizza scelta.

Gastronauti’s tips & tricks: so che fin dall’inizio vi starete chiedendo, cosa avete votato? Il nostro voto è stato “B” quindi buono e di conseguenza il nostro conto è stato di 70€ circa per 4 persone. Sul conto nulla da dire, davvero onesto! Non abbiamo messo “O” di Ottimo perché ci sono state delle piccole disattenzioni nel servizio sicuramente dovute alla serata affollata e alla fresca apertura del locale, niente che a mio parere con qualche mese di esperienza non si possa risolvere. Il locale non è grandissimo ma al momento è una delle poche pizzerie che accetta le prenotazioni e questo per me è un lato positivo! DA PROVARE? Il Gastronauta dice “se avete voglia di una buona pizza napoletana aggiungete questo indirizzo nella lista!”

giovedì 1 marzo 2018

La tradizione e l’innovazione all’Osteria dei Malnat

Where: Osteria dei Malnat, Via Caccialepori, 3, 20090 Milano
What: cucina del Nord-Italia

Ciao Gastronauti, oggi vi portiamo in una zona un po’ defilata dalla movida, siamo vicino a De Angeli. Più precisamente siamo in via Caccialepori, all’Osteria dei Malnat, dove viene proposta una cucina prevalentemente nordica, definita d’alpeggio.

Il locale è aperto da poco meno di un anno, quindi l’arredamento è curato, moderno e minimal. L’apparecchiatura dei tavoli è con pochi fronzoli ma molto ben presentata. Il tocco in più è sicuramente dato dalla luminosa cucina a vista affacciata direttamente sulla sala. Nonostante la raffinatezza dell’ambiente, il servizio è molto cordiale, riesce a trasmettere aria di casa.


In attesa dei piatti è stato portato il cestino con pane biologico e pane ai cereali, accompagnati da burro con pepe affumicato al legno di faggio. Quest’ultimo era veramente gustoso, l’affumicatura era piacevole, soprattutto in abbinamento al pane.


Noi siamo partiti dividendoci un tagliere di salumi e formaggi. I salumi erano Bresaola della Valtellina e pancetta e salamino di un produttore locale di Erba, molto saporiti e genuini. I formaggi erano tutti d’Alpe di varie stagionature. Il tagliere ci ha soddisfatti, degna di nota la confettura di cipolle caramellate servita come accompagnamento, davvero ottima!



Per proseguire abbiamo voluto provare un piatto della tradizione e uno “rivisitato”. Abbiamo quindi ordinato il risotto allo zafferano servito con crema di midollo brasato e ristretto di vitello, e i ravioli di pizzoccheri.


Il risotto era ben eseguito, saporito, mantecato bene anche se un pelo al dente. La crema di midollo era davvero gustosa! Confesso che spesso sono restia a mangiare questa tipologia di piatti al ristorante, questo risotto mi ha fatto ricredere!


I ravioli sono stati invece una sorpresa, il sapore era proprio quello dei pizzoccheri, però trasformato a raviolo. La pasta era quella tipica con grano saraceno dei pizzoccheri e il ripieno era fatto da verza e patate, infine conditi con una crema di formaggio. Davvero sfiziosi!

Le porzioni dei primi, soprattutto del risotto, erano abbondanti quindi, a malincuore, abbiamo rinunciato al secondo per passare direttamente al dolce. Abbiamo scelto di provare la “Barbajada al Malnat”, un tortino di frolla bretone con cremoso al cioccolato, panna montata e glassa al caffè, un buon dolce, indicato per gli amanti del caffè! L’altra scelta è stata un dolce tipico di Vigevano rivisitato, il Dolceriso del Moro. Quest’ultimo ci ha sorpreso in positivo, la sfoglia è stata arricchita con farina di riso venere ed è stata usata l’essenza di rosa per regalare un retrogusto dolce, ma non stucchevole.

Abbiamo accompagnato la cena con un calice di dolcetto, dovendo guidare non abbiamo sfruttato a pieno la ricca carta dei vini proposta dal locale, sarà per la prossima volta! Con il caffè ci è stato gentilmente offerto un Barolo chinato.

Gastronauti’s tips & tricks: il locale ha aperto ad Aprile 2017 e sta iniziando a farsi conoscere, la zona non è delle più vissute alla sera ma è anche comodamente raggiungibile in macchina e con i mezzi. Come vi accennavo, spesso i piatti della tradizione risultano i più difficili da eseguire e da far apprezzare, questo ristorante, a mio parere, rispecchia e onora la tradizione facendo percepire anche il guizzo d’innovazione e modernità che da quel “quid” in più! Quindi, sia che siate in famiglia o in compagnia di amici, o sia che vogliate fare una cena tranquilla di coppia, ve lo consigliamo caldamente! Nota di merito anche alla gentilezza e cordialità del servizio, molto apprezzato anche il fatto che lo chef sia passato tra i tavoli a vedere se andasse tutto bene! DA PROVARE? Il Gastronauta dice “se avete voglia di gustare piatti della tradizione cucinati con passione e un pizzico di modernità sapete dove andare!”.